mercoledì 30 giugno 2010

Civiltà è un piccolo orto

Antichissimo, interessante e ricco di episodi curiosi è il rapporto dell'uomo con i vegetali commestibili e con le verdure.
semina
Con ogni probabiltà, il cibo dei primi uomini era di origine vegetale; essi si nutrivano di radici, erbe, bacche e frutti. Poi l'uomo scoprì la carne e divenne cacciatore, poi scoprì che alcuni animali si potevano addomesticare e divenne pastore. La verà civiltà, però, come la conosciamo oggi, iniziò quando l'uomo scoprì che alcune piante si potevano coltivare e divenne agricoltore. Coltivava soprattutto cereali, ma anche ortaggi e frutta; allora l'uomo cominciò a costruire, a studiare la terra e il cielo per sapere il luogo, il modo e i tempi migliori per la semina e il raccolto.
Non sempre i rapporti tra gli uomini e gli ortaggi sono stati buoni però: l'esempio più clamoroso ci viene dal 1500 quando la patata fu addirirttura processata e condannata al rogo come opera del demonio. Il processo coinvolse illustri giuristi, dottori della Chiesa e rischiò di ritardare di decenni la diffusione della coltivazione di questo tubero.

La patata era stata importata importata dall'America da pochi anni e veniva usata esclusivamente come pianta ornamentale per le sue belle foglie e per i suoi fiori delicati.
La patata avrebbe però perverse abitudini sessuali, poichè non si riproduce con l'unione di un esemplare maschio con un esemplare femmina. La patata si riproduce per gemmazione, cosa fuori dall'ordinamento di Dio, secondo le motivazioni della sentenza di condanna. Anche se inizialmente era guardata con sospetto dai contadini, la coltivazione delle patate si è diffusa in tutta Europa contribuendo a salvare dalla fame milioni di persone.

Anche la rucola o rughetta, che con il suo forte sapore ravviva le nostre insalate, è stata a lungo osteggiata perchè le si attribuivano devastanti proprietà afrodisiache, al punto che alla fine del '500 la sua coltivazione era severamente proibita negli orti dei conventi.

Le melanzane, che si diffusero in Europa agli inizi del 1300, furono guardate con enorme diffidenza dai botanici di allora, che ne sconsigliavano il consumo sostenendo che provocasse pazzia e morte, tanto che la battezzarono “Solanum insanum”.

Fino a pochi decenni fa, la lentezza dei trasporti e l'arretratezza delle coltivazioni ortofrutticole facevano sì che si potessero consumare solo ortaggi prodotti nella regione e solo nella stagione in cui crescevano. Questi limiti sono ormai scomparsi: la velocità dei trasporti, le coltivazioni intensive e in serra, nonchè l'uso di nuove tecniche di congelazione ci consentono di gustare ogni verdura in ogni stagione dell'anno.
Naturalmente ogni rivoluzione porta con sé degli svantaggi. In questo caso a rimetterci è stato soprattutto il sapore: gli ortaggi che troviamo nei supermercati hanno molto meno sapore di quelli di una volta. La cause di questo fenomeno sono molto dibattute, ma sta di fatto che chi ha mangiato un pomodoro o un cespo di lattuga coltivati in un orto tradizionale, con i vecchi sistemi, non lo dimentica facilmente.
Meno sapore forse, ma oggi abbiamo sicuramente più verdura a disposizione ed è più facile procurarsela.

Per trarre il massimo vantaggio dalla verdura che mangi:
  • Acquista soltanto la verdura che intendi consumare in giornata.
    Una volta che gli ortaggi sono staccati dalla pianta, perdono progressivamente il loro contenuto in vitamine. In teoria, la verdura andrebbe mangiata appena colta; purtroppo spesso non è possibile, ma ricorda di non tenerla a lungo in frigorifero.
  • Non riscaldare le verdure cotte
    Il calore disperde le vitamine in una percentuale molto elevata.
    Ripassando di nuovo al fuoco la verdura già cotta, la dispersione delle vitamine aumenta enormemente.

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