domenica 6 dicembre 2009

La leggenda della pasta

pastaSia in Italia che all'estero i primi piatti sono quasi sempre a base di riso o pasta. Per gli italiani in particolar modo, il primo piatto per eccellenza è senza dubbio la pasta asciutta.

Non per nulla la grande famiglia della pasta è forse la più vasta della nostra cucina. Si possono contare più di 600 formati di pasta, dagli agnolotti piemontesi alle orecchiette pugliesi, dai sofisticati timballi ai popolari spaghetti. La pasta però non l'hanno inventata gli italiani: la leggenda narra che Marco Polo avrebbe portato dalla Cina, oltre a molte meraviglie, anche gli spaghetti.

Un'altra tendenza fa risalire l'origine della pasta addirittura alla Preistoria, quindi a un tempo remotissimo. La sua evoluzione sarebbe stata lunga e sarebbe progredita di pari passo alle civiltà che via via si andavano sviluppando.

Il primo passo è il passaggio dalle poltiglie di cereali cotti nell'acqua degli uomini preistorici alle rudimentali focacce abbrustolite sul fuoco.

Poi qualcuno cominciò a tagliare queste focacce abbrustolite e a farle cuocere nelle minestre di verdure: esse potrebbero essere le antenate delle tagliatelle che ritroviamo più tardi sia in Magna Grecia e nell'antica Roma. Successivamente qualcuno ebbe l'idea di cambiare forma alla pasta e nacquero maccheroni e gnocchi.

La storia della pasta e ricca di leggende e teorie più o meno valide. Secondo un'altra leggenda gli spaghetti non si dovrebbero alla Cina e a Marco Polo ma a un bambino.

Accadde un giorno che uno dei figli dell'oste Marco Aroni, quando la mamma ebbe lasciato nella madia la pasta a lievitare, ne sottrasse un pezzo e, imitando la nonna che filava, ricavò da quella pasta, per gioco, tanti lunghi fili, che distese al sole su una tavoletta, sospendendone altri su una cordicella. La donna, tentando di recuperare la pasta che si era solidificata in sottili bastoncini, provò a metterla nella pentola. Con grande meraviglia si accorse che non si disfacevano nell'acqua bollente. Non le restò che versarvi, dopo la cottura, il sugo di pomodoro, già pronto; quando l'oste Aroni li ebbe assaggiati, trovò ottimi quei “pezzi di spago”.

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